La Regione Sardegna chiude temporaneamente alle rinnovabili. Reazione delle Associazioni

La Giunta regionale della Sardegna ha approvato il disegno di legge che detta una disciplina transitoria per la realizzazione di nuovi impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e sistemi di accumulo.

In attesa della  legge regionale che individui le aree idonee per le rinnovabili, e l’adeguamento del Piano Paesaggistico Regionale, la Giunta ha approvato il disegno di legge “Misure urgenti per la salvaguardia del paesaggio, dei beni paesaggistici e ambientali”.

 L’obiettivo della Giunta è di garantire la realizzazione di nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e dei sistemi di accumulo, salvaguardando la tutela e la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio.

La disciplina transitoria

Per i prossimi 18 mesi si applicherà la disciplina transitoria, vale a dire  un periodo di tempo in cui mettere a punto delle regole e negoziare con lo Stato sia per la mappa delle aree idonee che in Conferenza Stato Regioni e la revisione del Piano paesaggistico.

La Regione ha dunque chiesto una sospensiva sulla messa in opera degli impianti, in quanto le richieste pervenute superano i 58 gigawatt a fronte di un consumo interno di 1,5 gigawatt annui.

Le reazioni delle associazioni alla moratoria della Regione sulle rinnovabili

L’Associazione nazionale energia del vento dichiara di essere pronta ad opporsi a quello che considera un  blocco delle fonti rinnovabili. Per l’Associazione il testo approvato dalla Giunta è in contrasto con le norme comunitarie e nazionali. Secondo l’ANEV le disposizioni  non solo vietano la realizzazione di nuovi impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili che incidono direttamente sull’occupazione di suolo, ma si applicheranno alle procedure di autorizzazione o concessione in corso.

Dello stesso tenero la posizione dell’alleanza Sardegna Rinnovabile, per cui il timore per le numerose richieste di connessione alla rete di impianti rinnovabili ricevute dalla Regione, non possono giustificare una moratoria regionale per le rinnovabili.

Le associazioni chiedono alla Regione di voler costruire, insieme ad altri soggetti, modalità partecipate per la realizzazione di impianti rinnovabili in linea con l’ambiente e il territorio, senza pregiudicare le fonti rinnovabili, al fine di migliorare l’accettabilità sociale degli impianti, la qualità dei progetti e la loro localizzazione.