energia del mare, Sardegna energia del mare

Energia dal mare: la Sardegna ha le coste più favorevoli del Mediterraneo

La Sardegna è l’area del Mediterraneo che potrebbe produrre più energia dal mare, potendo contare su un potenziale di 13 kW per metro di costa, con le aree più vantaggiose localizzate nelle coste nord e sud occidentali.

Queste sono le conclusioni presentate dall’ENEA in un convegno tenutosi a Cagliari il 20 maggio scorso, in occasione della “Giornata Europea del Mare”. Gianmaria Sannino è il ricercatore che ha curato lo studio i cui risultati evidenziano come la Sardegna disponga di un enorme giacimento di energia rinnovabile, tutto ancora da sfruttare. Ad esempio, spiega Sannino, “un mini parco marino da 3 MW, realizzato con gli attuali dispositivi offshore al largo di Alghero, potrebbe produrre oltre 9,3 GWh/anno, riuscendo a soddisfare il fabbisogno di energia elettrica di oltre duemila famiglie”.

Dice ancora il ricercatore: “Attualmente la produzione di energia dalle onde soddisfa lo 0,02% della domanda energetica in Europa, ma se, come previsto, si arrivasse a coprire il 10% del fabbisogno energetico europeo entro il 2050 con lo sfruttamento combinato anche delle maree, sarebbe possibile produrre energia per due intere nazioni come Francia e Grecia, oppure sostituire 90 centrali elettriche a carbone, ossia un terzo degli impianti europei attualmente in funzione. Inoltre, si ridurrebbe in modo significativo la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili, che oggi genera una bolletta da 400 miliardi di euro l’anno, dovendo coprire oltre il 50% dei consumi”.

Secondo stime Ue al 2050, investire nell’energia dal mare permetterebbe di creare in Europa un mercato da oltre 50 miliardi di euro l’anno e 450mila nuovi posti di lavoro, con un significativo impatto sul fronte decarbonizzazione.

“Per centrare questi obiettivi in un settore come quello dell’energia dal mare, che è ancora in una fase precommerciale – aggiunge Sannino – bisogna investire in ricerca e tecnologia. Ma occorre agire anche sull’incentivazione: in Italia, ad esempio, dal 2016 si sostiene la produzione di energia elettrica da moto ondoso e maree con un contributo pubblico pari a 300 euro MW/h, il più elevato dopo quello per il solare termodinamico.

Gli ultimi sviluppi tecnologici dei convertitori di energia dalle onde hanno dimostrato come sia possibile sfruttare al meglio questa risorsa energetica, che rispetto al solare e all’eolico, può contare su un sistema di accumulo naturale di energia costituito dalle onde stesse.

In Italia, ENEA e Politecnico di Torino stanno lavorando allo sviluppo del PEWEC (Pendulum Wave Energy Converter), una tecnologia pensata per le coste mediterranee dove le onde sono di piccola altezza ed elevata frequenza. I ricercatori sono al lavoro per la progettazione del dispositivo in scala 1:1, con una potenza nominale di 200 kW, che potrebbe risultare molto utile per le tante isole italiane, dove la fornitura di energia è garantita principalmente da costose e inquinanti centrali a gasolio.

Sul canale youtube di Soltea riportiamo un  video dimostrativo del PEWEC