celle solari alla perovskite

Il futuro del fotovoltaico: l’accoppiata Silicio-Perovskite verso la produzione industriale

La produzione industriale di celle solari alla perovskite si sta avvicinando; infatti, l’azienda svizzera Meyer Burger e la società inglese Oxford PV, hanno recentemente annunciato una collaborazione strategica esclusiva per portare questa tecnologia sul mercato.

Scienziati di tutto il mondo stanno sperimentando vantaggi e svantaggi di un materiale con certe caratteristiche ottimali per incrementare l’efficienza dei moduli fotovoltaici – una su tutte: la capacità di assorbire uno spettro più ampio della luce solare – ma che presenta notevoli inconvenienti, in modo particolare la velocità con cui si degrada il reticolo cristallino all’interno della perovskite in condizioni “reali” di utilizzo.

La strategia di Meyer Burger e Oxford PV

Il principale obiettivo del loro accordo è produrre celle tandem di silicio-perovskite su scala commerciale entro la fine del 2020, impiegando una linea-pilota da 200 MW con tecnologia a etero-giunzione; inizialmente si punterà a realizzare celle con un’efficienza del 27%, ma sappiamo che la stessa Oxford PV ha già raggiunto risultati migliori in laboratorio, stabilendo il primato mondiale a dicembre 2018 con il 28% di capacità di conversione della luce solare.

Specifica la Meyer Burger, che la soluzione tandem silicio-perovskite sposta molto in avanti il limite massimo teorico di efficienza: intorno al 43-44% contro il 29% per le celle “normali” di silicio a singola giunzione.

Dati questi presupposti, l’industria del fotovoltaico vede nei nano-cristalli di perovskite una possibile via, molto promettente, per abbattere ancora di più il costo dell’energia elettrica generata con i moduli FV.