Superbonus sul fotovoltaico Decreto maggio
Il Superbonus sul fotovoltaico in arrivo col “Decreto maggio”

Il Governo italiano sta mettendo appunto un nuovo decreto che riguarderà interventi in campo economico per contrastare la frenata delle attività produttive in questi ultimi due mesi di emergenza Covid 19.

Tra gli interventi sono previste una serie di detrazioni del 110% per le opere e gli impianti di ristrutturazione immobiliare finalizzati al risparmio energetico e alla tutela ambientale di case e palazzi.

Secondo le dichiarazioni del Governo, si tratta di interventi di riqualificazione energetica (e sismica) a costo zero per il consumatore, grazie a un credito d’imposta del 110% alle imprese che faranno i lavori. I lavori andranno realizzati tra il primo luglio 2020 e il 31 dicembre 2021. La norma vale anche per le facciate dei palazzi.

La ragione di questa manovra

Secondo quanto hanno dichiarato fonti governative, le detrazioni fiscali in questi anni hanno svolto un ruolo di incentivo fondamentale per tutto il settore privato, creando flussi rilevanti di domanda aggiuntiva per i lavori di ristrutturazione. Ed è per questo che si pensa che fino al 2021 le aliquote detraibili per alcuni interventi di efficientamento energetico e per le misure antisismiche, passeranno rispettivamente dal 65% e 50% ad un’aliquota del 110%.

Inoltre, se congiuntamente ad un’opera strutturale di riqualificazione energetica o di messa in sicurezza degli edifici, il consumatore vorrà svolgere altri lavori di riqualificazione energetica, restaurare la facciate esterna dell’edificio o installare un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica, tutti i lavori riceveranno una detrazione pari al 110%.

Il funzionamento del superbonus

In un esempio fatto sempre da fonti governative si  spiega che: se un cittadino effettuerà lavori sulla propria abitazione che ricadono all’interno degli interventi sopra elencati per un importo pari a 1.000 euro, riceverà al momento della dichiarazione dei redditi una detrazione pari al 110% del costo dei lavori (in questo caso quindi 1.100 euro), che potrà usare in compensazione in cinque quote annuali di pari importo.

Oltre all’aumento delle aliquote, si potra ricevere, a fronte della cessione della detrazione fiscale, uno sconto in fattura pari al 100% del costo dei lavori da parte dell’impresa che ha effettuato la ristrutturazione. Ciò significa che si potranno effettuare importanti lavori di ristrutturazione senza alcun esborso monetario, ma vendendo la detrazione fiscale all’impresa che ha svolto i lavori.

I vantaggi per le imprese

Le imprese  potranno utilizzare il credito d’imposta in compensazione in cinque quote annuali oppure potranno cederlo a terzi per ottenere immediatamente la liquidità necessaria. Dopo la prima cessione del credito d’imposta (dal consumatore all’impresa tramite sconto in fattura), l’impresa potrà infatti cedere a sua volta il credito a soggetti terzi in tempi estremamente rapidi, per ricevere un flusso di liquidità immediata.

Oltre all’aumento delle aliquote, infatti, si pensa di modificare la normativa sulla cedibilità delle detrazioni, permettendo sia la cessione agli istituti bancari, prima vietata, sia un numero di passaggi superiore alle due cessioni. In questo modo, il credito d’imposta potrà circolare illimitatamente ed essere venduto anche agli istituti bancari, e le imprese potranno così cederlo a un prezzo sufficientemente alto per coprire per intero il costo dei lavori.